sabato 19 dicembre 2015

RINNOVO CONTRATTI STATALI:CIFRE FERME A 10 EURO IN LEGGE DI STABILITA’


Il rinnovo contrattuale è un tema bollente che, dallo sblocco decretato Corte Costituzionale, accende gli animi e le speranze degli statali.


Ma sinora la movimentazione voluta da tutti i sindacati, sembra non aver prodotto alcun effetto su tutti i temi tanto contestati.
La Legge di Stabilità ha ottenuto il via libera della Commissione Bilancio alla camera ed adesso si appresta ad essere approvata nelle aule di Montecitorio, ma sui problemi della PA, tutto sembra tacere, con buona pace dei lavoratori interessati.
Le speranze dei lavoratori statali si sono tramutate in una vera e propria delusione. Infatti il Governo è ancorato ai 300 milioni stanziati in Legge di Stabilità, di cui 74 per il Comparto Sicurezza e Difesa, che in parole povere, molto povere, significherebbero, aumenti di 10 euro a testa per ciascun lavoratore. Ora si attende la riforma voluta da Brunetta relativa alla riduzione dei comparti, da 11 a 4, ma ancora non è stata avviata e quindi di concertazione non se ne parla.
Sulla riforma del pubblico impiego, ieri all’Aran si è assistito all’ennesimo rinvio. Anche se stavolta l’accordo con le confederazioni sindacali sulla riduzione dei comparti sembrerebbe in dirittura d’arrivo. A gennaio, dopo la pausa natalizia, potremmo assistere alla ratifica della riforma della pubblica amministrazione, con le parti che sembrano convenire sull’allestimento di nuovi quattro macro-comparti: la scuola, la sanità, gli enti locali e le amministrazioni centrali.
“Il Parlamento ­- spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal - attraverso la Legge di Stabilità 2016 in via di approvazione finale, ha previsto meno di 10 euro lordi a dipendente pubblico. È una vera elemosina, se solo si pensa che servono almeno 110 euro per il recupero dell’indennità di vacanza contrattuale e altrettanti di vero e proprio aumento in busta paga. È una quota imprescindibile, che rivendichiamo da tempo, in mancanza della quale non ci sono possibilità di dialogo”.
“Se il Governo non agisce con un intervento urgente – prosegue Pacifico – la convocazione di gennaio, oltre che il probabile prossimo accordo sui comparti, rischia di diventare un passaggio inutile. Servono dei fondi veri, basta con la politica del rinvio e degli oboli. Altrimenti il confronto si sposterà in tribunale. Ricordiamoci che Corte Costituzionale ha già reputato illegittimo il blocco dei contratti e degli stipendi della PA. Il messaggio è stato chiaro: anziché stanziare 300 milioni complessivi, servono 12 miliardi di euro l’anno”.

Il Ministro Madia, dal canto suo, replica alle varie contestazioni sindacali che la cifra stanziata dal Governo, i famosi 300 milioni, costituiscono un ottimo inizio per rinnovare i contratti fermi da molto tempo.
Intanto Renzi ha “rasserenato”, almeno in parte, una grossa fetta del Comparto Sicurezza e Difesa con l’elargizione di un bonus mensile di 80 euro non pensionabile e non strutturato che aldilà di ogni timida speranza rischia di sparire il 31 dicembre 2016.


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